1. Il ciclo dell’acqua
2. L’acqua
disponibile del pianeta
3. La terra per
mangiare
Coltivare la terra e
nutrirsi dei suoi prodotti è da sempre un’attività che l’uomo svolge tenendo in
considerazione le condizioni climatiche e ambientali tipiche del territorio.
Con il progresso e le moderne tecnologie, l’uomo ha pian piano superato i limiti
imposti dall’ambiente, aumentando così le pressioni sull’ambiente stesso.
L’uomo, quindi, ha modificato il paesaggio per renderlo più produttivo, trasformando il suolo in campi coltivati,
bonificando zone umide, terrazzando pendii, convertendo le foreste in pascoli.
L’agricoltura ha
un’influenza sull’ambiente nella misura in cui ne utilizza le risorse e produce sostanze - naturali
e chimiche - che vengono poi immesse nei diversi comparti ambientali, suolo,
acqua e atmosfera. Per coltivare, ad esempio, un campo di mais, oltre all’energia proveniente dal sole, occorre il suolo con i suoi sali minerali e le sostanze nutritive, l’acqua per irrigare, il fertilizzante chimico per
sostenere la crescita delle piante; serve, poi, che il mais sia protetto dagli
attacchi di insetti, funghi e parassiti, cosa che in natura avviene grazie alla
presenza di altri organismi animali e vegetali che si nutrono di questi
insetti. L’uomo spesso, però, interviene per evitare che la coltivazione venga
attaccata e mangiata dai parassiti con insetticidi molto potenti e nocivi per
tutto l’ambiente e per l’uomo. L’immissione di queste sostanze nell’ambiente e
l’utilizzo delle risorse naturali alterano gli equilibri
naturali e rendono fragile l’ambiente, che cerca di compensare
gli effetti determinati dall’attività agricola, così come gli effetti prodotti
da ogni attività antropica.
Qualora si verifichino,
però, delle condizioni di forti cambiamenti climatici, soprattutto a scala
mondiale, siano essi causati da eccessivi input da parte dell’attività
dell’uomo, o siano conseguenza di una naturale evoluzione del pianeta, i sistemi agricoli diventano incapaci di mantenere
gli alti livelli di produzione richiesti, poiché dipendono direttamente dalle
condizioni del suolo, dell’atmosfera e dell’acqua.
La definizione ufficiale della FAO indica come OGM un
organismo (pianta, animale o microrganismo) il cui materiale genetico è stato
alterato in un modo tale che non sarebbe possibile con la normale
ricombinazione che ha luogo in natura.
5. L’agroalimentare
francese
Doc. 6. Opportunità
di lavoro dentro in gruppo agroalimentare : Nestlé
7. Le Norie di Hama (Siria)
La noria è una ruota idraulica
che ha la funzione di sollevare acqua sfruttando la corrente di un corso
idrico. Il nome è spagnolo, a sua volta derivato dall'arabo.
Nel XIII secolo Hama ospitava circa 30 Norie, ma solo 17 sono sopravissute
fino ai nostri giorni. Benché negli anni siano state tutte ristrutturare e
sostituite da sistemi di irrigazione all’avanguardia, oggi
sono ancora in funzione come pura attrazione turistica. Dalla Cittadella
dirigetevi in direzione nord-ovest, dove si trova la Noria di Al-Mohammediyya.
Le sue dimensioni l’hanno resa la noria più famosa di Hama; il diametro della
ruota, infatti, misura 21 metri. Risale al XIV secolo ed era usata
prevalentemente per rifornire d’acqua la Grande Moschea.
Più a nord, a circa 1 Km dalla Cittadella, c’è un gruppo di 4
norie, chiamate Norie di Bechriyyat, costruite e posizionate a due a due a
ridosso di una chiusa.
Siria, Hama. Una noria in funzione sul fiume Oronte.
Fonte - http://www.archeo.it/uploads/media/SPECIALI/2013/tecnologia/pompe/thumbnail/view_01_MN001949.jpg
8. Gestire la
risorsa acqua per dare futuro all’umanità
E’ il massimo dei paradossi possibili per il futuro dell’umanità:
sul nostro pianeta “non manca l’acqua, ma manca la sua
buona gestione”, senza la quale c’è il rischio che
una parte del mondo resti senza questa risorsa. Così il politologo Edward Luttwak ha
stigmatizzato uno dei principali problemi legati all’accesso e alla
distribuzione delle risorse idriche, nel corso del seminario internazionale su
questa materia prima indispensabile a tutti, svoltosi venerdì 30 novembre
scorso nello storico Caffè Pedrocchi di Padova. L’iniziativa è stata
promossa dalla Regione del
Veneto, che in questo modo ha voluto aprire il dibattito in
vista del 2013, proclamato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite “Anno Internazionale delle cooperazione nel settore idrico“(…).
Acqua desalinizzata e purificata. Entro il 2014, ha ricordato dal canto suo Yossi Shmaia della
Mekorot Israel National Water Company, il 75% dell’acqua in Israele proverrà da
impianti di desalinizzazione e purificazione. I pozzi oggi vengono scavati a 1 chilometro
e mezzo nel sottosuolo, mentre in Italia si scava appena 300 metri (…). Gli impianti israeliani riescono ad
avere una perdita idrica del 10% mentre quelli italiani sono intorno al 25%.
Inoltre (…) l’acqua “di scarto” non viene
ributtata in mare, ma reimpiegata nelle agricolture grazie a tecnologie
avanzate ed efficienti.
9. 2003 “anno dell’acqua” per le NU
Il 2003 viene dichiarato dalle Nazioni Unite 'L’anno
dell’acqua', a dimostrazione del grande valore della risorsa e della minaccia
che incombe sulla sua disponibilità e integrità per l’immediato futuro.
Attività antropiche, come l’agricoltura e l’industria, rischiano di
compromettere in modo irrimediabile la risorsa naturale, alterando le dinamiche
del ciclo dell’acqua. Il crescente inquinamento delle acque dolci superficiali
e sotterranee, lo sfruttamento eccessivo delle falde, la continua costruzione
di grandi dighe per la produzione di energia idroelettrica e per lo stoccaggio
della risorsa interferiscono a livello globale con il naturale rinnovamento
delle riserve idriche.
Esiste inoltre un enorme divario geografico nella
disponibilità di acqua: mentre nei Paesi industrializzati la risorsa idrica è
spesso abbondante e irresponsabilmente sprecata, in molti Paesi in via di
sviluppo l’accesso all’acqua potabile è decisamente insufficiente per la
concomitanza di condizioni naturali sfavorevoli, un’alta densità di popolazione
e forti limitazioni sociali ed economiche.
10. Guerra per l’acqua
11. Dighe sotto accusa
12. I vertici internazionali dell’acqua
I precedenti vertici: Marrakech 1997, l’Aia
2000, Kyoto 2003, Messico 2006, Istanbul 2009.
13. Il “land
grabbing” nell’Etiopia
Il
termine land grabbing
è stato coniato dalla Ong spagnola Grain per descrivere un nuovo modello di
controllo dei territori e delle risorse naturali nei paesi del Sud del mondo
che si è diffuso a partire dalla prima decade del nuovo millennio. Questa Ong
definisce il fenomeno come il processo di acquisizione da parte di soggetti
privati o pubblici di vaste aree coltivabili (superiori a 10.000 ettari)
all’estero per produrre beni alimentari e agro-carburanti destinati
all’esportazione, mediante contratti di compravendita o di affitto a lungo
termine.
Negli ultimi anni la pressione delle imprese
multinazionali e dei governi stranieri per ottenere terreni fertili in alcuni
Paesi africani come l’Etiopia, il Madagascar e la Tanzania ha stimolato il
dibattito: tale strategia porterà allo sviluppo o è
semplicemente un’operazione di “land grabbing” che in
futuro minaccerà la sicurezza alimentare del continente? La
corsa alla terra. Recentemente è cresciuto l’interesse di investitori
stranieri per l'acquisto o l'affitto di vasti terreni
coltivabili nell'Africa Sub-Sahariana, così come è aumentato l’interesse
a coltivare prodotti agricoli per i loro Paesi o per esportarli per guadagnarci
(…). Gli investitori sostengono che tali acquisizioni alimenteranno lo
sviluppo, ma gli oppositori ritengono che tale strategia metterà in pericolo la stessa sicurezza alimentare e le condizioni di
vita dell’Africa. Alcuni ricercatori hanno rivelato che le imprese straniere
stanno comprando o prendendo in affitto vasti appezzamenti di terra in Africa e
altrove ad uso personale. Anzi, circa 50 milioni di acri sono stati venduti o
lo saranno presto. Questa cifra è l’equivalente del 25% di tutte le terre
coltivabili in Europa. La maggior parte di quel territorio viene acquistata da
Paesi emergenti per coltivare prodotti agricoli per le loro popolazioni in
aumento. Questi Paesi – Cina, India, Corea del Sud e gli Stati del Golfo ricchi
di petrolio – non hanno acqua e terreni sufficienti in patria.Sono rimasti
scottati dalla crisi alimentare mondiale [del 2008] e si rivolgono all’Africa
come una "coperta di sicurezza" alimentare.In Etiopia, la terra
coltivabile è stata venduta o affittata a livelli enormi. Secondo il Mail &
Guardian, dal 2007 il Paese ha approvato 815 progetti agricoli finanziati da
entità straniere e la terra è stata affittata a circa un dollaro l’anno per
ogni 2,5 acri. Secondo un rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per
l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), complessivamente ha ceduto 600.000
ettari a enti stranieri tra il 2004 e l’inizio del 2009 (…). Nel frattempo
l'Etiopia rimane però uno dei Paesi più affamati del mondo.
A inizio anno il governo etiope ha dichiarato che 2,8 milioni di persone
necessiteranno per il 2011 di aiuti d’emergenza per quanto riguarda il cibo.
14. Emergenza siccità, la California limita l’uso
dell’acqua per la prima volta
II governatore impone
riduzione dei consumi del 25% dopo un inverno in cui le nevicate hanno toccato
minimi record. Con la siccità estrema arrivata al suo quarto anno, per la prima
volta nella sua storia della California è stata decisa la riduzione
obbligatoria dei consumi di acqua.
Il governatore Jerry Brown ha ordinato un taglio del 25% dei consumi:
"Questa siccità storica richiede azioni senza precedenti", ha detto
in un comunicato. "In quanto californiani, dobbiamo unirci e risparmiare
acqua in ogni modo possibile". Le misure annunciate chiamano in causa
cimiteri, campus universitari e campi da golf così come la sostituzione di
4,645 milioni di metri quadrati di prato rasato con giardini "tolleranti
alla siccità". Viene poi creato un programma che incentiva la sostituzione
di vecchi elettrodomestici con altri più efficienti. E' vietato innaffiare le aiuole[1]
ornamentali in erba nelle strade del cosiddetto Golden State. Le case e i
complessi immobiliari nuovi non possono usare acqua potabile per innaffiare a
meno che non siano dotati di sistemi di irrigazione specifici.
Fonte – Spatti Stefania, Il sole 24 ore, 1 aprile 2015; http://america24.com/news/emergenza-siccita-la-california-limita-uso-dell-acqua-per-la-prima-volta
[1]
« Innaffiare le aiuole » - arroser les parterres.
15. Prodotti da scegliere in maniera consapevole: ecco
“Madrenatura”
Un progetto tutto
naturale quello di Marialuisa Squitieri, imprenditrice agricola, per una
mission unica: l'attenzione all'ambiente attraverso l'utilizzo delle tecniche
dell'agricoltura naturale, il km 0, il sostegno alla biodiversità
per un senso dell'acquisto di prodotti della terra più consapevole.
L'azienda agricola
Madrenatura è a conduzione familiare: l'attività non è nata dalla voglia di
cavalcare l'onda del mercato dei prodotti biologici, anzi, ma piuttosto
dalla volontà di far conoscere l'importanza della natura attraverso i frutti
che essa ci da. 1,5 ettari, coltivati secondo il metodo dell'agricoltura
naturale, come ci spiega Marialuisa Squitieri.
«Il nostro lavoro
sta nel coltivare prodotti naturali, non trattati,, e quindi senza concimi
chimici, secondo il susseguirsi della stagionalità, preferendo produzioni
locali, tenendo conto della biodiversità e del chilometro zero, che è tanto in
voga in questo periodo, ma è allo stesso tempo tanto importante, affinchè
possiamo conoscere davvero quello che portiamo in tavola.» Un lavoro, quello
svolto dall'azienda agricola Madrenatura, volto un'alimentazione consapevole,
nel rispetto delle stagionalità.
«La nostra
produzione è vocata alle orticole, oltre che alla cura di un piccolo frutteto -
ci spiega Marialuisa Squitieri - Tuttavia, non tutti sanno distinguere quali
sono i prodotti di stagione: ecco in cosa consiste la nostra mission. Far
capire all'acquirente che non basta scegliere il prodotto naturale, ma saper
distinguere in che periodo consumarlo per acquisirne i vantaggi nutrizionali
maggiori: questa è la nostra mission. In particolare in questo periodo
consigliamo di consumare prodotti che aprile ci offre, e quindi scarole,
bietole, cicoria, limoni, arance, finocchi, rafano: questo vuol dire prestare
attenzione a ciò che si consuma, partendo proprio dalla stagionalità.» Così
nasce l'idea di creare un punto vendita diretto, per creare un rapporto
diretto ed interagire con chi acquista: una piccola bottega di prodotti
biologici nel cuore del centro storico di Napoli. Qui ogni giorno è possibile
trovare frutta e verdura fresca, secondo le disponibilità e i doni dell'orto
dell'azienda Madrenatura.
Compito – La potenza agricola del Brasile
1. Brasile: potenza[1]
agricola o ambientale? Deforestazione e boom economico
Il Brasile
si presenta (…) come una delle potenze economiche emergenti, principalmente
come esportatore di materie prime derivate dall’agricoltura (…). D’altra parte
è progressivamente aumentata la percezione del valore (…) del patrimonio
naturale contenuto in questo paese.
La (…) ricchezza socioambientale del
Brasile è notoria: è il primo tra i paesi megadiversi del pianeta, contribuendo
per circa un 10-20% al biota[2] mondiale;
ospita ecosistemi unici per complessità ed estensione, che contribuiscono per
ben il 28% al patrimonio delle foreste primarie mondiali e a un terzo di quelle
tropicali; contiene più del 20% del flusso superficiale di acqua dolce.
L’Amazzonia, “polmone verde del pianeta”, svolge un ruolo essenziale per la
stabilità ambientale e climatica (…) di tutto il mondo, immettendo[3]
nell’atmosfera settemila miliardi di tonnellate d’acqua all’anno e immagazzinando[4]
enormi quantità di CO2, circa il 10% del totale (…).
La storia del Brasile è sempre stata
marcata da cicli economici (…) legati allo sfruttamento[5]
del suolo e delle risorse naturali. Agricoltura e allevamento in particolare
sono [nel cuore] dell’economia brasiliana (…) e oggi questo paese si presenta
sui mercati internazionali soprattutto come una superpotenza del settore
agroindustriale (…). La nascita di questo protagonista di primo piano [è
collegato alla] Rivoluzione Verde,
che lo ha investito a partire dagli anni ’70 (…). Negli anni ’60 e ’70
l’occupazione di nuove terre è avvenuta per una precisa politica di
colonizzazione, secondo un modello di sviluppo e di integrazione della regione
amazzonica basato su grandi investimenti in infrastrutture (…) per convertire
vaste aree di Cerrado [6]
e di foresta in pascoli[7]
e coltivazioni (…).
Oggi le forze che influenzano i fenomeni di
deforestazione in Amazzonia sono complesse e variamente interrelate: meccanismi
corruttivi; investimenti pubblici per infrastrutture; l’espansione dei piccoli
insediamenti rurali (…); [insediamenti] di grandi imprese straniere e nazionali
per il mercato d’esportazione; criminalità ambientale legata al commercio del
legno e alla speculazione terriera (…).
Federico Labanti,
Nieves López Izquierdo, “Brasile: potenza agricola o ambientale? Deforestazione
e boom economico”, 7 giugno 2012
Fonte - http://www.cartografareilpresente.org/article785.html
[1] La Potenza –
la puissance.
[2] Il biota è
l’insieme delle specie vegetali e animali esistenti in una certa area (in
francese – biotope).
[3] Immettendo –
émettant.
[4]
Immagazzinando – stockant.
[5] Lo
sfruttamento – l’exploitation.
[6] Cerrado : Savana tropicale.
[7] Pascoli – pâturages.
2. Brasile: i costi ambientali
dello sviluppo
Nessun commento:
Posta un commento