1. La transizione demografica
2. La transizione demografica con esempi (decennio ’60)
I. Per interrogarsi sullo sviluppo : Terraferma
A. Misurare le diseguaglianze: la nozione di sviluppo
3. Il concetto relativo di
sviluppo
Il concetto di sviluppo
ha subito nel corso del tempo diversi mutamenti nel significato e
nell'approccio culturale. Si tratta in ogni caso di un concetto relativo e non
assoluto, la condizione di povertà è sempre in relazione con quella di
normalità pertanto non può avere un significato assoluto. Dipende dal contesto
storico e dalla società in cui viene analizzata. Essere considerati poveri oggi
non può compararsi con la definizione di povero tipica del dopoguerra o agli
inizi del '900. Allo stesso modo, nell'epoca contemporanea alcuni paesi in via
di sviluppo sono considerati poveri se confrontati con il benessere economico
prevalente nei paesi sviluppati. In questi casi sarebbe più corretto parlare di
diseguaglianza.
L'uomo si è sempre
occupato delle diseguaglianze sociali fin dall'antichità. L'interesse per
questi studi iniziò a diffondersi con la scoperta del continente americano,
vasti spazi da conquistare e popoli sconosciuti da dominare. Il dogma religioso
veniva lentamente messo da parte per occuparsi più materialmente delle
condizioni di vita delle persone. In quest'epoca il concetto di sottosviluppo
era legato soprattutto a quello della povertà urbana creata dal fenomeno della
recinzione delle terre in Europa e dalla diversità delle popolazioni native dei
nuovi continenti. In quest'ultimo caso il concetto di sottosviluppo assumeva la
connotazione dispregiativa di "selvaggi". Nel caso dei diseredati
urbani era solito definirli come delinquenti, prendendo come spunto una
conseguenza dello stato della loro povertà e non l'origine. Questa visione
culturale durò per ben 4 secoli, fino alla fine dell'800 quando cominciò a
diffondersi il termine di "paese arretrato". Lo sterminio delle
popolazioni native cominciava a fare breccia nelle opinioni pubbliche dei
benestanti occidentali frenando le politiche di conquista militare degli stessi
governi occidentali. L'apice di questo fenomeno si può riscontrare nella metà
del novecento in India, il cui capo spirituale Ghandi trovò il sostegno
dell'elettorato britannico nella causa dell'indipendenza indiana. Nel secondo
dopoguerra la letteratura in tema di sviluppo prese una nuova linfa vitale con
la ricostruzione dell'Europa devastata dalla guerra e con il riassetto
geopolitico delle ex colonie. Lo stesso termine "paese arretrato" fu considerato troppo duro per definire le
situazioni di povertà e di diseguaglianza, gli fu preferito quello più
diplomatico di "Paese in via di
sviluppo" (PVS). Era però difficile accomunare tutti i paesi in una
stessa definizione, alcuni paesi poveri si trovavano allo stato di sussistenza
senza alcun indice di crescita, altri invece si avviavano verso lo sviluppo.
Venne quindi coniato il termine più generale di "Paese meno sviluppato" (Less Development Country). Il pianeta
si divise in quattro mondi:
- primo mondo - i paesi occidentali sviluppati
- secondo mondo - i paesi ad economia socialista
- terzo mondo - i paesi meno sviluppati
- quarto mondo - i paesi a basso reddito e privi crescita
4. Il “rapporto Brundtland”
“Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfi i bisogni del
presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di
soddisfare i propri”
Rapporto
Brundtland, o Our Common Future, Commissione mondiale sull’ambiente e lo
Sviluppo, 1987.
B. La persistenza delle disuguaglianze
5. La popolazione nelle Bidonville6. Sedi sociali delle imprese mondializzate
Domande
1.
Dove si
trovano le concentrazioni di popolazione non adeguatamente alloggiate? Perché ?
2.
Dove si
localizzano le sedi sociali delle imprese mondializzate? Perché?
3.
Che ne
concludere al livello del mondo? Che pensare della situazione della Cina nelle due mappe ?
7. La popolazione mondiale dal
1750 al 2050
8. Evoluzione della popolazione
mondiale per fasce d’età e per aree
Fonte – http://www.novecento.org/pensare-la-didattica/numeri-che-fanno-la-storia-ma-non-la-scuola-738/
9. I progressi dei paesi nella riduzione del GHI[1]
[1]
Il cosiddetto Ghi (Global Hunger
Index) è la media fra la percentuale della popolazione denutrita, quella dei
bambini sottopeso e quella di coloro che muoiono prima dei cinque anni.
L’indice va da 0 a 100: sotto quota 5 è basso, sopra quota 20 è «allarmante».
Fonte - http://espresso.repubblica.it/internazionale/2013/10/14/news/fame-nel-mondo-il-rapporto-cesvi-sul-ghi-nel-2013-1.137434
Domande
1.
(Doc. 7)
Descrivete l’evoluzione della popolazione del mondo.
2.
(Doc. 8)
Come questo documento spiega l’evoluzione sottolineata prima ?
3.
(Doc. 9)
Dove si trovano le popolazioni denutrite? Spiegate le evoluzioni dei fenomeni
qui osservati.
10. Gli Stati Uniti principale
destinazione dell’immigrazione
1.
Presentare il documento, sottolineando le zone di partenza e le zone di
arrivo.
2.
Su quale continente si fanno i più grandi movimenti migratori?
3.
Che ne concludere sullo sviluppo?
11. Esodo rurale
12. I bambini delle aree urbane
povere
13. Gli obiettivi di Sviluppo
del Millennio (settembre 2000)
Eliminare
la povertà estrema e la fame
Dimezzare, fra il 1990 e il 2015, la percentuale di persone che
vivono con meno di un dollaro al giorno. Dimezzare, fra il 1990 e il
2015, la percentuale di persone che soffre la fame.
Obiettivo
2: Raggiungere l'istruzione elementare universale
Garantire che, entro il 2015, tutti i bambini
e le bambine, ovunque vivano, completino il ciclo degli studi elementari.
Obiettivo 3: Promuovere l'uguaglianza fra i
sessi e conferire potere e responsabilità alle donne
Eliminare, preferibilmente entro il 2005, e a
tutti i livelli entro il 2015, le disparità di genere nell’istruzione
elementare e secondaria. Ridurre di due terzi, fra il 1990 e il 2015, il tasso
di mortalità fra i bambini al di sotto dei cinque anni di età.
Obiettivo 4: Diminuire la mortalità infantile
Ridurre di due terzi, fra il 1990 e il 2015,
il tasso di mortalità fra i bambini al di sotto dei cinque anni di età.
Obiettivo
5: Migliorare la salute materna
Diminuire di tre quarti, fra il 1990 e il
2015, il tasso di mortalità materna.
Obiettivo
6: Combattere l'HIV/AIDS, la malaria e altre malattie
Fermare
entro il 2015 e cominciare a invertire la diffusione dell’HIV/AIDS.
Fermare entro il 2015 e cominciare a invertire l’incidenza della malaria e di
altre importanti malattie.
Obiettivo
7: Assicurare la sostenibilità ambientale
Integrare i principi dello sviluppo
sostenibile nelle politiche e nei programmi nazionali e invertire la
tendenza al depauperamento delle risorse naturali. Dimezzare entro il
2015 la percentuale di persone che non hanno un accesso sostenibile all’acqua
potabile e ai servizi fognari. Raggiungere entro il 2020 un significativo
miglioramento nelle esistenze di almeno 100 milioni di abitanti dei quartieri
degradati.
Obiettivo 8: Sviluppare una collaborazione
globale per lo sviluppo
Sviluppando ulteriormente un sistema
finanziario e commerciale che sia aperto, equo, basato su delle regole,
prevedibile e non discriminatorio (prevede impegni a favore del buon governo,
dello sviluppo e della diminuzione della povertà – sia a livello nazionale che
internazionale).
Occuparsi delle particolari esigenze delle
nazioni meno sviluppate (prevede l’adozione di esenzioni doganali e
l’eliminazione delle quote per le esportazioni delle nazioni meno sviluppate,
un programma migliorativo di condono del debito per i paesi poveri fortemente
indebitati; la cancellazione del debito ufficiale bilaterale; e una assistenza
per lo sviluppo più generosa per le nazioni impegnate nella diminuzione della
povertà.
Affrontare le speciali necessità dei paesi in
via di sviluppo privi di sbocchi al mare e degli stati in via di
sviluppo delle piccole isole (mediante il Programma d’azione per lo sviluppo
sostenibile degli stati in via di sviluppo delle Piccole Isole e dei
provvedimenti della 22a Assemblea Generale).
Trattare in maniera efficace i problemi del debito
dei Paesi in via di sviluppo, mediante l’adozione di misure nazionali e
internazionali che rendano il loro debito sostenibile nel lungo periodo.
Alcuni degli indicatori elencati in precedenza vengono verificati separatamente
per i paesi meno sviluppati, l’Africa, i Paesi in via di sviluppo privi di sbocchi
al mare e gli stati in via di sviluppo delle piccole isole.
In collaborazione con i paesi in via di
sviluppo, sviluppare e mettere in atto strategie per creare dei posti di lavoro
dignitosi e produttivi per i giovani. Nei Paesi in via di sviluppo, in
collaborazione con le imprese farmaceutiche, fornire accesso a medicinali
essenziali con prezzi abbordabili. In collaborazione con il settore privato,
rendere disponibili i benefici delle nuove tecnologie, specialmente le
tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Vocabolario: Dimezzare (réduire de moitié) – Invertire (rebrousser
chemin, faire marche arrière) – Lo sviluppo sostenibile (= durevole) –
depauperamento (l’épuisement,
l’appauvrissement) – il debito (la
dette) – lo sbocco sul mare (l’ouverture, le débouché) – i paesi in via di
sviluppo…
14. Schema dello sviluppo
durevole
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