1 - La transizione demografica
Fonte - Wikipedia
2 - La transizione con esempi (decennio '60)
3. Il concetto relativo di
sviluppo
Il concetto di sviluppo ha subito nel
corso del tempo diversi mutamenti nel significato e nell'approccio culturale.
Si tratta in ogni caso di un concetto relativo e non assoluto, la condizione di
povertà è sempre in relazione con quella di normalità pertanto non può avere un
significato assoluto. Dipende dal contesto storico e dalla società in cui viene
analizzata. Essere considerati poveri oggi non può compararsi con la
definizione di povero tipica del dopoguerra o agli inizi del '900. Allo stesso
modo, nell'epoca contemporanea alcuni paesi in via di sviluppo sono considerati
poveri se confrontati con il benessere economico prevalente nei paesi
sviluppati. In questi casi sarebbe più corretto parlare di diseguaglianza.
L'uomo si è sempre occupato delle
diseguaglianze sociali fin dall'antichità. L'interesse per questi studi iniziò
a diffondersi con la scoperta del continente americano, vasti spazi da
conquistare e popoli sconosciuti da dominare. Il dogma religioso veniva
lentamente messo da parte per occuparsi più materialmente delle condizioni di
vita delle persone. In quest'epoca il concetto di sottosviluppo era legato
soprattutto a quello della povertà urbana creata dal fenomeno della recinzione
delle terre in Europa e dalla diversità delle popolazioni native dei nuovi
continenti. In quest'ultimo caso il concetto di sottosviluppo assumeva la
connotazione dispregiativa di "selvaggi". Nel caso dei diseredati
urbani era solito definirli come delinquenti, prendendo come spunto una
conseguenza dello stato della loro povertà e non l'origine. Questa visione
culturale durò per ben 4 secoli, fino alla fine dell'800 quando cominciò a
diffondersi il termine di "paese arretrato". Lo sterminio delle
popolazioni native cominciava a fare breccia nelle opinioni pubbliche dei
benestanti occidentali frenando le politiche di conquista militare degli stessi
governi occidentali. L'apice di questo fenomeno si può riscontrare nella metà
del novecento in India, il cui capo spirituale Ghandi trovò il sostegno
dell'elettorato britannico nella causa dell'indipendenza indiana. Nel secondo
dopoguerra la letteratura in tema di sviluppo prese una nuova linfa vitale con
la ricostruzione dell'Europa devastata dalla guerra e con il riassetto
geopolitico delle ex colonie. Lo stesso termine "paese arretrato" fu considerato troppo duro per definire le
situazioni di povertà e di diseguaglianza, gli fu preferito quello più
diplomatico di "Paese in via di
sviluppo" (PVS). Era però difficile accomunare tutti i paesi in una
stessa definizione, alcuni paesi poveri si trovavano allo stato di sussistenza
senza alcun indice di crescita, altri invece si avviavano verso lo sviluppo.
Venne quindi coniato il termine più generale di "Paese meno sviluppato" (Less Development Country). Il pianeta
si divise in quattro mondi:
- primo
mondo - i paesi occidentali sviluppati
- secondo mondo - i
paesi ad economia socialista
- terzo
mondo - i paesi meno sviluppati
- quarto
mondo - i paesi a basso reddito e privi crescita
Fonte
- http://www.ecoage.it/il-concetto-relativo-di-sviluppo.htm
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