domenica 14 giugno 2020

CAPITOLO 5 E 6 – LA SFIDA DELLO SVILUPPO E LE DISUGUAGLIANZE - documenti


TEMA 2 - TERRITORI, POPOLAZIONI E SVILUPPO: QUELLE SFIDE

CAPITOLO 5 E 7 – LA SFIDA DELLO SVILUPPO 

1. La povertà 

 
 
2. l divario dell’Indice di sviluppo umano (ISU) 


3. L’accesso all’istruzione


4. L’accesso all’acqua
 

5. Il divario di genere
 
 
 
I – La sfida dello sviluppo
6. I 17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile nel 2030
Il 25 settembre 2015 oltre 150 capi di Stato hanno adottato all’unanimità la risoluzione «Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile». L’Agenda stabilisce un quadro globale di riferimento per lo sviluppo sostenibile da attuare entro il 2030. La Svizzera s’impegna per la sua realizzazione sia a livello nazionale che internazionale. LʼAgenda 2030 per uno sviluppo sostenibile è il frutto delle conferenze ONU per lo sviluppo sostenibile (1992, 2002, 2012) e gli obiettivi di sviluppo del Millennio scaduti alla fine del 2015. L'Agenda definisce le sfide globali più importanti, fissando le direttive e le priorità dello sviluppo sostenibile per i prossimi 15 anni. Il piano d'azione intende porre fine ad ogni forma di povertà e alla fame, proteggere la vita sulla terra, promuovere la pace e il benessere nonché rafforzare le partnership per gli obiettivi dello sviluppo sostenibile. L'Agenda 2030 comprende anche i risultati emersi in occasione della terza conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo tenutasi a Addis Abeba.
Il caposaldo dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile è costituito dai 17 obiettivi globali di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDG) e dai relativi 169 obiettivi associati, che dovranno essere raggiunti entro il 2030 da tutti gli Stati membri dell'ONU. Ogni Stato potrà inoltre adeguare gli obiettivi alle proprie specificità nazionali. Gli OSS tengono conto in modo equilibrato delle tre dimensioni (economia, ambiente e società) dello sviluppo sostenibile.
Sito della Confederazione Svizzera -
https://www.are.admin.ch/are/it/home/s viluppo-sostenibile/cooperazione- internazionale/l_agenda-2030-per-uno- sviluppo-sostenibile.html

7. Aumento del consumo di proteine animali
 
 
 
 
o Studio di un caso – Lo sviluppo disuguale dell’India

8. New Delhi
New Delhi, tra le capitali più inquinate del mondo, si respira male e a fatica. Ma l’aria che si respira, tra smog, detriti di materiali da costruzione e miasmi del sacro fiume Yamuna, è aria di rivincita.
 
Matteo MIAVALDI, “India, superpotenza in potenza”, Il Tascabile, 31 ottobre 2016 – https://www.iltascabile.com/societa/india- superpotenza/ 

9. Situazione globale dell’economia indiana 

Prodotto Interno Lordo (PIL)
2,264 miliardi US$
Tasso di crescita economica
7,1%
Inflazione
4,5%
Popolazione totale
1,3335,250,000 ab.
Popolazione lavorativa
520,199,005
Disoccupazione
3,46%
Debito estero
456,140,000,000 US$
Debito interno
6935 del PIL

10. La “Locomotiva” Indiana
Il Paese che cresce di più al mondo rimane uno dei più poveri. In India il Pil cresce a ritmi vertiginosi. Ma lo fa anche una popolazione che è, in larga parte, preda della miseria.
La locomotiva indiana corre a velocità indiavolata e nel 2018 supererà la Cina, diventando così il Paese con il tasso di crescita piu' alto al mondo. Secondo l'Fmi, quest'anno la Cina con il suo +6,8%, contro il +6,7% dell'India, resta in testa, ma dal 2018 il subcontinente indiano ingranerà la quarta, passando a +7,4% e nessuno potrà competere con una simile prestazione, neanche l'ex Celeste Impero, che arretrerà a +6,6%. La previsione del Fondo rappresenta un bel viatico per il discorso del premier indiano, Narendra Modi, al World Economic Forum di Davos, dove è il primo dei grandi leader mondiali a prendere la parola.
Alessandro GALIANI , “Il paese che cresce di più al mondo rimane uno dei più poveri”, Agi – Economia, 23 gennaio 2018 - https://www.agi.it/economia/india_economia-3402873/news/2018-01-23/

11. Un settore dinamico delle attività indiane: i servizi
I servizi sono, infatti, una quota crescente delle esportazioni indiane, grazie alla competitività dei servizi professionali (soprattutto software e settore dei computer) che ne rappresentano circa il 70%. Essi controbilanciano la limitata specializzazione indiana nei settori manifatturieri avanzati. La forza di questo settore nasce anche dal fatto che esso ha beneficiato (come quello manifatturiero cinese) delle attività di delocalizzazione di imprese straniere, soprattutto dagli USA. I servizi sono, infatti, il terzo settore ricettore degli IDE, con un afflusso cumulato di 3 miliardi di dollari fra il 1991 e il 2005, in un settore dove contano meno le infrastrutture materiali e più la competenza della forza lavoro. Questi IDE hanno consentito alle imprese indiane di migliorare il loro posizionamento lungo la catena internazionale del valore, e hanno favorito la nascita di una articolata catena di subfornitura di servizi professionali che vanno da quelli informatici a quelli medico-diagnostici, proprio come è avvenuto in Cina nel settore manifatturiero.
Stefano CHIARLONE, “L’economia indiana: un mercato emergente anomale”, Italieuropei, 1 maggio 2006 - https://www.italianieuropei.it/la-rivista/item/993-leconomia-indiana-un-mercato-emergente-anomalo.html
 
12. Un paese più ricco: l’evoluzione del reddito nazionale pro-capite
  

13. Risorse energetiche indiane
 
 
14. Un divario di genere anomalo
I dati: 945 femmine ogni 1000 maschi. Ogni 51 minuti, una donna subisce molestie e aggressioni in pubblico.
La Thomson Reuters Foundation – settore della Reuters a difesa del giornalismo indipendente, dei diritti umani e delle legalità – sette anni fa, stilò un’interessante classifica definendo i luoghi più difficili e rischiosi per le donne. Utilizzando diversi criteri, dalla salute pubblica, alla discriminazione, alle tradizioni culturali, alla violenza sessuale e non sessuale, fino al traffico di esseri umani, furono esaminati 193 Stati membri delle Nazioni Unite. Ad ogni categoria, per Paese esaminato, fu attribuito una scala di valori, la cui somma, secondo una visione sinottica, determinò una graduatoria a partire dal “peggiore”. Il quarto posto fu attribuito all’India, prima della Somalia e dopo Afghanistan, Repubblica del Congo e Pakistan. Dopo sette anni, l’attuale top10 è cambiata, dando all’India il triste primato per pericolosità e peggiore qualità di vita per le donne. Tutti i reati a sfondo sessuale, dalla servitù alla schiavitù, allo stupro, agli abusi domestici, alle molestie sul luogo lavoro, ai matrimoni forzosi, fino al reato con acido – molto praticato dagli uomini -, non sono contrastati da un’adeguata normativa. C’è questa difficoltà, per le donne indiane, a ottenere giustizia rispetto a una apparente situazione di modernità e conquista culturale. Una società schizofrenica che se da un lato ammette il dilagare di un modernismo selettivo, dall’altro relega la donna a una condizione di vita primitiva. Lo iato sembra evidenziare una volontà maciste conservatrice, figlia delle peggiori società del passato, dove la donna è considerata ancora e sempre meno di niente.
Elvira ZAMMARANO, “Nascere in India, un rischio per le donne”, Wide News, 11 settembre 2018 - https://widenews.it/nascere-in-india- un-rischio-per-le-donne/

15. Il problema delle baraccopoli e dei slum: Dharavi a Mumbai nel 2009 I dati: un abitante su 6 vive dentro case inadeguate.
  
Fonte – Wikipedia
  
16. Sanità indiana


 
Fonte - Treccani